Materiali Avanzati a Base Bentonitica per Economia Circolare
Obiettivo del progetto di ricerca e sviluppo è stata la progettazione e la sperimentazione di
materiali innovativi ottenuti dalla lavorazione di materie prime naturali, ma con caratteristiche intrinseche che ne consentono un impiego, qualora trattati e/o opportunamente addizionati, ad alto valore aggiunto per l’ottenimento di caratteristiche specifiche inusuali per i settori di applicazione di riferimento.
Le fasi del progetto sono state finalizzate alla valorizzazione della materia prima secondo tecnologie e processi oggi non esistenti nel settore, la creazione di semilavorati e il loro utilizzo per la produzione di nuovi prodotti al momento non disponibili sul mercato.
Ciascuno dei tre proponenti si è occupato di una specifica fase di processo, in base alle competenze e alle strutture di propria pertinenza.
L’intero processo è stato schematicamente diviso in tre sotto-processi:
1) Trasformazione delle materie prime (argille bentonitiche; a cura del proponente SVIMISA) in prodotti semilavorati adatti ad essere immessi
2) Produzione di semilavorati “atomizzati” (Meta)
3) Produzione di prodotti finiti a base bentonitica (Cinicola)
Scopo del progetto è stata la valorizzazione di prodotti bentonitici nazionali attualmente considerati sottoprodotti della raffinazione di inerti per uso ceramico, attraverso opportuni processi innovativi di lavorazione e trattamento, per consentirne l’utilizzo in settori innovativi – e potenzialmente anche in settori tradizionali.
Il progetto si è prefitto l’obiettivo principale di utilizzare scarti di lavorazione di uno specifico ciclo
produttivo trasformandoli in nuove materie prime per un nuovo ciclo produttivo, dalle caratteristiche tecnologiche e di mercato innovative, in un’ottica di economia circolare.
Il risultato del progetto è stata una serie di materie prime e semi-lavorati tecnologicamente innovativi a base bentonitica (ovvero “Materiali Avanzati”) da utilizzare nella realizzazione di prodotti finali innovativi a base bentonitica che non è possibile produrre con i materiali bentonitici attualmente disponibili a livello industriale.
A valle di un’analisi preliminare condotta dai partner sono stati individuati i semi-lavorati e i prodotti principali che si è inteso studiare e mettere a punto con il progetto finanziato all’interno del bando di cui al dm 1 giugno 2016 “Horizon 2020– PON 2014/2020”Prog. n. F/050217/01-03/X32
Le caratteristiche chimiche e fisiche della materia prima di partenza, una bentonite sodica naturale ad alta concentrazione di smectite, hanno richiesto l’impiego di tecnologie esistenti ed applicate in settori completamente diverse, mai adottate a livello industriale per questo tipo di materiale. Analisi preliminari svolte dai proponenti hanno dimostrato la fattibilità delle lavorazioni e prodotto risultati preliminari molto promettenti che hanno poi permesso la macro definizione dei passi di processo e delle attività di ricerca e sviluppo necessarie per mettere a punto una linea di produzione prototipale che risulti sostenibile ed efficiente.
E’ stata poi tentata l’applicazione della metodologia industriale che porta alla produzione di prodotti atomizzati a base bentonitica su scala industriale, essendo questa un’innovazione tecnologica assoluta.
Il materiale bentonitico di partenza è completamente naturale. E’ naturale anche la sua natura sodica, che si differenzia moltissimo dalla natura generalmente calcica delle bentoniti normalmente disponibili che richiedono pertanto un processo (detto di attivazione) per essere trasformate appunto in sodiche.
Inoltre la struttura di partenza, anch’essa naturale, è di granulometria finissima (dell’ordine degli 80 micron).
Questo conferisce al materiale caratteristiche uniche, pur comportando una maggiore complessità per le fasi di lavorazione affrontate dal progetto.
Infine, la disponibilità sia di materiali bentonitici in forma tradizionale (“zolle” e “granulati”) ma dalle prestazioni estremamente spinte (in termini chimico-fisici), sia di prodotti atomizzati da loro derivati, sono stati progettati e messi a punto a partire dalle specifiche definite in base alle caratteristiche di specifici prodotti finali, individuati dal partner Cinicola. Si tratta quindi di una progettazione a ciclo chiuso – in ottica di economico circolare – che parte da esigenze di mercato e si conclude con la valorizzazione di materiale naturale, previo opportune fasi di progettazione e messa a punto.
La validità industriale del progetto è avvalorata dai volumi di vendita stimati dai proponenti, molto interessanti anche in termini percentuali sui rispettivi fatturati.
Con il progetto è stato dimostrato che il materiale bentonitico del partner di progetto SVIMISA risulta potenzialmente adatto al raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Sono stati pertanto definiti possibili significativi miglioramenti delle prestazioni di detto materiale mediante opportuni interventi sia a livello di lavorazione del minerale presso l’impianto SVIMISA sia di successivi trattamenti. In particolare, bentoniti ad elevato contenuto di smectiti, consentono la riduzione/eliminazione di additivi plastificanti di natura polimerica sintetica..
Il progetto ha consentito di ottenere semilavorati ad alte prestazioni che potranno essere utilizzati per la produzione di prodotti innovativi a loro volta di pregio.
I semilavorati messi a punto e sviluppati durante il progetto contribuiranno inoltre ad incrementare l’approvvigionamento da fonti nuove alternative, nazionali e di migliore qualità rispetto ai materiali bentonitici tradizionali attualmente disponibili, dalle prestazioni inferiori e spesso di provenienza estera.
La realizzazione di prodotti finali (da immettere quindi nel mercato consumer e business) a base bentonitica consentirà di rispondere con una produzione nazionale di prodotti innovativi non ancora esistenti sul mercato o in sostituzione di prodotti esteri.
Gli obiettivi raggiunti risultano in linea con gli sviluppi dei mercati mondiali, a partire da quello delle materie prime, in cui si assiste ad una progressiva specializzazione della produzione di materie prima dalle prestazioni sempre più spinte.
Per maggiori informazioni, contattare meta@metasrl.com
Nel 2018 la META ha raggiunto i suoi primi 30 anni dalla costituzione. La ricorrenza è stata festeggiata insieme ai dipendenti e alle loro famiglie con una cena prima delle festività natalizie.
Si comunica che a partire dal 01/01/2019 l’atomizzato 9375 Porosa Rossa cesserà di essere prodotto.
Restiamo a disposizione per eventuali chiarimenti.
In base al rapporto stilato da centro studi di Intesa Sanpaolo
(ANSA) – BOLOGNA, 12 FEB – E’ cresciuto dello 0,9%, nel terzo trimestre del 2017, l’export dei distretti industriali dell’Emilia-Romagna mentre, sui primi nove mesi dell’anno da poco concluso, l’incremento è stato del 2,1%. E’ quanto emerge dal ‘Monitor dei distretti industriali dell’Emilia-Romagna’ curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo secondo cui, nel terzo trimestre, sono avanzati 13 distretti dei 19 presi in esame.
Guardando ai diversi settori, si osserva in una nota, il distretto delle piastrelle di Sassuolo è avanzato, nel terzo trimestre 2017, dello 0,4% e positivo è risultato quello della meccanica con performance brillanti soprattutto delle macchine utensili di Piacenza (+65,8%), delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+22,2%) e una forte ripresa della ‘food machinery’ di Parma (+26,6%); bene anche ciclomotori di Bologna (+9,7%), le macchine per il legno di Rimini (+7,9%) e le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+7,9%); in leggera flessione le macchine per l’imballaggio di Bologna (-0,5%).
Contrastato il campo alimentare. Alla crescita di alcuni distretti come il lattiero caseario di Reggio Emilia (+9,2%) e parmense (+3,5%) e i salumi di Parma (+3,1%), si contrappone il rallentamento dell’alimentare di Parma (-3,7%) e dei salumi del modenese (-4,9%); sostanzialmente stabile la situazione dell’ortofrutta romagnola (-0,6%).
Nel sistema moda si osserva una contrazione nell’export complessivo dei distretti, a causa dell’andamento della maglieria e abbigliamento di Carpi (-31,6%), mentre cresce l’abbigliamento di Rimini (+17,2%); bene anche le calzature di San Mauro Pascoli (+1,5%). Segnali di ripresa per l’export dei mobili imbottiti di Forlì che prosegue il 2017 in crescita (+3,5%).
Quanto ai poli tecnologici regionali, esportazioni in progresso dell’8,3% nel terzo trimestre 2017, con il polo Ict di Bologna e Modena a salire del 7%, il polo Biomedicale di Bologna del +19,6% e quello Biomedicale di Mirandola del 3,8%. (ANSA).
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Cersaie 2017, grazie alla crescita della partecipazione sia di operatori esteri che italiani, ha raggiunto le 111.604 presenze con un incremento del 4,7% rispetto all’edizione 2016. Il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, che si è tenuto a Bologna dal 25 al 29 settembre, realizzato in collaborazione con BolognaFiere, si è cosi confermato come l’evento commerciale di riferimento per il mercato mondiale del settore completato ed arricchito da iniziative che hanno coinvolto il mondo dell’architettura, dell’interior design, della posa, dei media e dei consumatori finali.
Tali caratteristiche della fiera, unite alla buona congiuntura sui diversi mercati, hanno determinato un doppio segno positivo sui visitatori, sia italiani (+5,0%, per un totale di 58.422 presenze) che esteri (+4,3% per 53.182 presenze), provenienti pressoché da tutti i paesi del mondo. Significativa, come sempre, la partecipazione degli organi di informazione nazionali ed esteri, che ha raggiunto le 922 presenze, di cui 506 italiani e 416 esteri.
Rappresentatività ed internazionalità sono quindi i tratti salienti di Cersaie, che conferma accanto a piastrelle di ceramica ed arredobagno, la qualificata ed ampia presenza di espositori di legno, marmi e pietre naturali destinati alle superfici, unitamente ad importanti componenti della filiera ceramica. Tutti i settori espositivi di Cersaie hanno registrato valori positivi con una superficie di 156.000 mq., la partecipazione di 869 espositori (+17 rispetto al 2016), provenienti da 41 nazioni differenti; 323 aziende straniere, quasi un terzo del numero complessivo. Comparto più rappresentato sono state le piastrelle di ceramica con 457 imprese, seguito dall’arredobagno che con 197 espositori ha confermato la sua centrale rilevanza nella manifestazione.
Cersaie si sta sempre più sviluppando anche come una tappa fondamentale nel panorama dell’architettura, dell’interior design, della posa, degli eventi con i media e del privato. Grande partecipazione hanno registrato le conferenze di architettura e la Lezione alla rovescia di Fabio Novembre, a cui hanno preso parte oltre 1.300 ragazzi. Molto apprezzata la mostra ‘Milleluci’ al Padiglione 30, così come i ‘work in progress’ ed i seminari di formazione per architetti sulle tematiche delle grandi lastre tenutisi alla ‘La Città della Posa’. La Galleria dell’Architettura ha spesso visto esauriti i suoi posti anche per i Cafè della Stampa, le conversazioni di architettura e design realizzate con nove primarie testate. Significativa la partecipazione a ‘Cersaie disegna la tua casa’ di un pubblico di consumatori coinvolti sui temi della ristrutturazione della propria abitazione. Un successo che si è esteso anche alla città grazie alla Bologna Design Week, il cui programma di eventi culturali si è tenuto in diverse prestigiose location della città nelle ore serali.
fonte: www.repubblica.it
Competitività e sostenibilità sono le due facce di una stessa moneta. Quella che l’industria ceramica nazionale, forte della sua leadership mondiale, sta spendendo in Europa per convincere anche Angela Merkel, fresca di riconferma alla guida della Germania, a seguire la strada imboccata da Confindustria (Italia) e Medef (Francia) per negare il riconoscimento di economia di mercato (Mes) alla Cina e riconfermare i dazi antidumping sulle piastrelle cinesi. Per salvare un’eccellenza manifatturiera che da anni ha al centro delle sue strategie non solo l’innovazione tecnologica ma la risorsa umana e ambientale. È questo il leit motive che ha aperto oggi in fiera a Bologna la 35esima edizione di Cersaie, il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredo.
È tutto esaurito nei 156mila metri quadrati del quartiere espositivo, che fino al 29 settembre ospiterà 869 espositori da 41 nazioni (323 imprese straniere) con l’attesa di bissare e superare il record dei 106mila visitatori dello scorso anno. E si respira ottimismo sia ai tornelli con le file di asiatici e di americani sia nella sala gremita dell’Europauditorium per il convegno inaugurale dedicato appunto a “Sostenibilità e competitività della manifattura europea nel contesto internazionale”. «È evidente che c’è ottimismo – rimarca il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – ma allo stesso tempo c’è preoccupazione che sul lungo termine questo trend di crescita di Pil, export e occupazione possa rallentare. Dobbiamo mantenerlo perché abbiamo un debito pubblico rilevante che solo la crescita può ridurre. Ma serve stabilità, perché la crescita è anche conseguenza della politica industriale e la legge elettorale di cui si discute oggi non consente una governabilità forte».
«Difendiamo la nostra posizione di seconda manifattura europea – rincara il presidente di Confindustria Ceramica, Vittorio Borelli – e un’industria ceramica che sta investendo il 7% del fatturato in innovazione (400 milioni di euro di investimenti lo scorso anno da parte delle imprese del settore, ndr). Noi abbiamo imboccato la via dell’Industria 4.0 ben prima degli incentivi, ma ora stiamo cogliendo appieno gli strumenti del piano Calenda , cui va il nostro plauso, e aumentando l’impegno per migliorare tecnologie e formazione del personale. Ed esportiamo l’80% del nostro made in Italy nel mondo e apriamo stabilimenti all’estero, ma per ogni euro investito oltreconfine ne investiamo 4 nel nostro Paese».
«Puntiamo su una crescita equilibrata, perché non basta crescere, bisogna crescere in maniera armonica. Povertà e disuguaglianze sono cibo per il populismo, quello che ha portato Afp al 13% in Germania», aggiunge il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ribadendo la necessità di rimette in cima all’agenda della prossima legislatura la riforma del Titolo V della Costituzione per avere regole uguali in tutto il Paese. E sulla Germania torna anche il presidente Boccia, preoccupato dalla «maggioranza debole della Merkel e della necessità di cogliere questo ultimo mandato per portare a termine riforme europee che mettano al centro la crescita e il lavoro e ricompattino l’Unione europea».
Note: Da www.ilsole24ore.com
Il 2016 registra una ripresa nelle vendite complessive (+4,6%), grazie all’aumento dopo anni di flessione della domanda sul mercato italiano (+5,5%) e ad una espansione delle esportazioni (+4,4%), che hanno trainato la produzione (+5,4%). La produzione italiana ritorna così a superare i 415 milioni di metri quadrati, mentre per il biennio 2017-2018, pur in un quadro di complessivo rallentamento, sono attesi consolidarsi questi risultati tali da portare la produzione a crescere ulteriormente nei prossimi anni.
Fonte: Da www.viaemilianet.it