Al via Cersaie, la ceramica italiana apre la stagione del 4.0 sostenibile

Al via Cersaie, la ceramica italiana apre la stagione del 4.0 sostenibile

Competitività e sostenibilità sono le due facce di una stessa moneta. Quella che l’industria ceramica nazionale, forte della sua leadership mondiale, sta spendendo in Europa per convincere anche Angela Merkel, fresca di riconferma alla guida della Germania, a seguire la strada imboccata da Confindustria (Italia) e Medef (Francia) per negare il riconoscimento di economia di mercato (Mes) alla Cina e riconfermare i dazi antidumping sulle piastrelle cinesi. Per salvare un’eccellenza manifatturiera che da anni ha al centro delle sue strategie non solo l’innovazione tecnologica ma la risorsa umana e ambientale. È questo il leit motive che ha aperto oggi in fiera a Bologna la 35esima edizione di Cersaie, il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredo.

È tutto esaurito nei 156mila metri quadrati del quartiere espositivo, che fino al 29 settembre ospiterà 869 espositori da 41 nazioni (323 imprese straniere) con l’attesa di bissare e superare il record dei 106mila visitatori dello scorso anno. E si respira ottimismo sia ai tornelli con le file di asiatici e di americani sia nella sala gremita dell’Europauditorium per il convegno inaugurale dedicato appunto a “Sostenibilità e competitività della manifattura europea nel contesto internazionale”. «È evidente che c’è ottimismo – rimarca il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – ma allo stesso tempo c’è preoccupazione che sul lungo termine questo trend di crescita di Pil, export e occupazione possa rallentare. Dobbiamo mantenerlo perché abbiamo un debito pubblico rilevante che solo la crescita può ridurre. Ma serve stabilità, perché la crescita è anche conseguenza della politica industriale e la legge elettorale di cui si discute oggi non consente una governabilità forte».

«Difendiamo la nostra posizione di seconda manifattura europea – rincara il presidente di Confindustria Ceramica, Vittorio Borelli – e un’industria ceramica che sta investendo il 7% del fatturato in innovazione (400 milioni di euro di investimenti lo scorso anno da parte delle imprese del settore, ndr). Noi abbiamo imboccato la via dell’Industria 4.0 ben prima degli incentivi, ma ora stiamo cogliendo appieno gli strumenti del piano Calenda , cui va il nostro plauso, e aumentando l’impegno per migliorare tecnologie e formazione del personale. Ed esportiamo l’80% del nostro made in Italy nel mondo e apriamo stabilimenti all’estero, ma per ogni euro investito oltreconfine ne investiamo 4 nel nostro Paese».

«Puntiamo su una crescita equilibrata, perché non basta crescere, bisogna crescere in maniera armonica. Povertà e disuguaglianze sono cibo per il populismo, quello che ha portato Afp al 13% in Germania», aggiunge il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ribadendo la necessità di rimette in cima all’agenda della prossima legislatura la riforma del Titolo V della Costituzione per avere regole uguali in tutto il Paese. E sulla Germania torna anche il presidente Boccia, preoccupato dalla «maggioranza debole della Merkel e della necessità di cogliere questo ultimo mandato per portare a termine riforme europee che mettano al centro la crescita e il lavoro e ricompattino l’Unione europea».

Note: Da www.ilsole24ore.com